IL PITTORE GIOVANNI DE MIO A TORREBELVICINO

Il pittore e mosaicista scledense Giovanni Gualtieri, conosciuto come Giovanni De Mio, vive tra il 1500 ca. e il 1570. Il suo percorso artistico è ancora oggi di difficile lettura e ricco di attribuzioni non certe anche a causa della scarsità di documenti che attestano il suo lavoro. A rendere ancora più difficile lo studio di questo artista è la sua vita di dinamica e ricca di trasferimenti e viaggi in diverse città italiane e la sua capacità di assimilare e rielaborare elementi delle diverse culture che incontra. Sappiamo che il suo lavoro è legato a commissioni importanti che lo portano a d una vita in viaggio continuo fra le città di Schio, Torrebelvicino, Vicenza, Venezia, Pisa, Milano, Santorso, Napoli, Quinto Vicentino, Padova, Orvieto e, si presume, un viaggio a Roma durante la sua formazione giovanile.

 

La pala d'altare raffigurante il Martirio di San Lorenzo, conservata nella Chiesa parrocchiale di Torrebelvicino, era stata erroneamente attribuita a "Francesco Gualtieri da Schio" (fratello di Giovanni e autore della pala con la Madonna, il Bambino e i Santi Bartolomeo e Antonio Abate per la medesima chiesa) e venne attribuita al De Mio solo nel 1938; ne abbiamo la certezza grazie al ritrovamento del contratto di commissione della pala, pubblicato nel 2004. Oggi dunque sappiamo che Giovanni De Mio, il 5 novembre 1532, viene chiamato dai rappresentanti del Comune di Torrebelvicino per eseguire la pala d'altare con il Martirio di San Lorenzo per la chiesa parrocchiale; in tale data firma il contratto nel quale è indicato il termine di consegna dell'opera finita per il giorno 10 agosto 1533.

 

Il Martirio di San Lorenzo presenta dei lati innovativi rispetto alle opere degli anni trenta del Cinquecento in zona veneta, De Mio infatti è un precursore di un tipo di pittura che per certi aspetti si accosta al manierismo, che, nelle nostre zone, arriverà qualche decennio più tardi rispetto alla data di realizzazione della pala.

Nel documento il pittore viene così descritto: "Iohannes dictus Fratinus pictor laudabilis et famosissimus filius quondam ser Bernardi de Gualtieris de Schedo vicentinus" [ Paolo SNICHELOTTO, Paolo PRETTO, i fratelli pittori Giovanni "De Mio" e Francesco Gualtieri e le pale dell'Altare di Torrebelvicino, "Schio, Numero Unico", 2004, p.148], qui troviamo conferma del suo soprannome, "Fratino", del suo nome anagrafico e del suo paese d'origine.

Il dipinto è firmato con la sigla "IOAE.S" in basso a destra su un fascio di rami sotto la gamba del torturatore in primo piano.

 

Come vediamo dalla foto, la pala è composta da due registri di figure: in alto, sorretti da nuvole, stanno San Bartolomeo, a destra, la Madonna con il Bambino, al centro e Santa Caterina d'Alessandria con San Giovannino a sinistra; questa figura non era prevista dal contratto, al suo posto doveva esserci solo San Giovanni Battista. Questo gruppo di figure segue una composizione tradizionale nella quale i Santi affiancano la Vergine e la gestualità rimane controllata e sobria.

Diverso è il registro inferiore dove le pose contrapposte delle figure, i fitti panneggi e la forte caratterizzazione dei volti e delle espressioni rendono vorticosa e dinamica la scena.

Qui si svolge la scena principale del martirio di San Lorenzo legato alla graticola; il Santo ha lo sguardo rivolto alla Vergine, il suo corpo è in tensione, si nota la cura con cui il pittore tratta l'anatomia senza tralasciare l'aspetto espressivo del volto. Dietro al Santo, in opposizione, c'è una figura su un seggio riconducibile all'imperatore Valeriano che indica con la mano il martirio, il corpo è in torsione con il volto rivolto all'indietro ed anche in questo caso c'è una forte tensione muscolare ed espressiva.

Attorno a questa scena vediamo diverse figure che il pittore riprenderà nelle opere future.

 

Caratteristici della pittura demiana sono: il modo di rappresentare i volti maschili, l'uso di colori carichi in forte contrasto tra loro, il forte chiaroscuro e l'apertura paesaggistica sullo sfondo della scena.

 

Nel progetto decorativo originario, descritto nel documento di commissione, il De Mio, con la collaborazione di un architetto, progetta anche l'altare composto da due colonne e quattro lesene decorate in oro; inoltre sulla sommità della pala era posta la figura di Cristo Risorto, oggi purtroppo perduta.

 

Dopo il restauro della tela, sono stati scoperti sul retro alcuni schizzi del pittore raffiguranti una figura femminile in corsa con veli svolazzanti, un profilo di uomo caricaturale sopra il quale è disegnato un angelo in volo con una corona d'alloro tra le mani da porre su un'erma di poeta e, vicino altri due profili di cui uno barbuto [Lo rende noto Vittorio SGARBI, Palladio e la Maniera. I pittori vicentini del Cinquecento e i collaboratori del Palladio 1530 - 1630, catalogo della mostra, a cura di V. Sgarbi, (Vicenza 1980) Venezia 1980, pp.29].

 

Con il Martirio di San Lorenzo De Mio porta nel Veneto i primi spunti manieristici appresi nei suoi viaggi grazie al contatto con culture pittoriche differenti.

 

Martina Chiappin

 

Argomento tratto dalla tesi di laurea della dr.ssa Martina Chiappin