LA MADONNA COL BAMBINO

 

La statua della Madonna col Bambino, in terracotta policroma, è stata in passato tradizionalmente attribuita a Luca della Robbia. Un recente studio conclude che la statua, probabilmente ridipinta, costituisce, assieme al Cristo sul sepolcro, quanto rimane di un grande altare in pietra di Nanto ornato di almeno sei sculture e assegna l'opera a un plasticatore padovano del secondo-terzo decennio del sec. XVI, appartenente all'entourage di Antonio Lombardo e forse alla produzione di Gianmaria Mosca.

La statua fino agli inizi del secolo XX era "vestita" e, quasi nascosta, lasciava intravedere la mano sinistra e il volto della Madre, e il volto del Bambino.

Le vesti della Madonna erano quattro: una violetta per la Quaresima, una rossa per la Pentecoste, una di seta bianca a fiori e un'altra bianca ricamata in oro.

Nei secoli passati la venerata immagine, in situazioni di estrema gravità e pericolo, è stata esposta e talvolta portata processionalmente per la terra di Schio, specialmente per impetrare la pioggia durante la siccità o la serenità del tempo durante le alluvioni.

Secondo alcuni "delle vecchie radici di Pieve" la Madonna poteva essere mossa solo in occasione "di gran suto o di gran mogio".

 

Nel 1916 sui vicini monti infuriava tremenda la battaglia, la gente fuggiva atterrita dalle bombe che cadevano in paese e dall'imminente invasione nemica. L'arciprete Bettanin nascose o spedì le suppellettili sacre e i libri della parrocchia, ma lasciò la Madonna di Pieve "al suo posto a difesa comune". La statua nel 1964 è stata trasportata nella nuova chiesa parrocchiale.