L'ANTICO OROLOGIO DELLA PIEVE

    

Costruito tra la fine del '700 e i primi dell' 800 in ferro lavorato a mano, l'orologio ha una struttura di tipo verticale, tenuta insieme da chiavicchi in ferro e non da bulloni(*).

 La parte centrale riguarda la misura del tempo: è costituita da un peso in pietra, come forza motrice, collegato a una corda di canapa con diametro uniforme che si avvolge spiralmente su un rocchetto di legno.

Il peso (in pietra grezzamente scolpita a mano) rappresenta infatti il mezzo più semplice per assicurare alla forza motrice le necessarie caratteristiche di regolarità e costanza.

L'oscillazione del pendolo viene data dalla ruota scappamento a fusi che fa oscillare l'ancora con arpioni e trasmette tale movimento al pendolo.

 La parte destra del meccanismo riguarda la suoneria a chaperon che batte le ore e le mezze (l'ora viene ripetuta). Sotto la ruota in ottone (con incisi i numeri 15 - 30- 45 - 60) osserviamo la leva che libera la suoneria, che da un lato ha un solo piolo e dall'altro ne ha due: il singolo serve per far suonare le mezze, il doppio per far suonare le ore e ribatterle. Anche questa parte, come la precedente, ha come forza motrice un peso.

Il treno di ingranaggi trasmette la forza al volano a palette che mantiene costante il ritmo della suoneria (questa parte manca della ruota chaperon). 

La parte sinistra del meccanismo serve per la suoneria "speciale" che suona due volte al giorno; essa è collegata all'orologio tramite la grande ruota in ottone; questa parte del meccanismo trasmette il ritmo a tre campane che suonavano una melodia (detta "meridiana", come ricordano gli anziani di Pieve) alle 11,30 di mattina e a mezzanotte. 

Nella ruota centrale in ottone è incisa una data (1919) e un nome: questa data si riferisce a una probabile riparazione eseguita da un certo sig. Pesce, conosciuto dagli abitanti di Pieve come abile meccanico(**).

Oltre alla ruota chaperon mancano anche i tiranti, i martelli e i canapi: tutti pezzi che si possono ricostruire.

E' un orologio costruito da valenti artigiani, probabilmente locali, che, grazie alla loro bravura, hanno lasciato questo pregiato oggetto alla Comunità di Pieve.

 

(*) La descrizione tecnica è stata redatta dal Sig. TREVISAN PIER GIORGIO di Magrè, valentissimo orologiaio amante delle cose antiche.

La Comunità di Pieve gli è riconoscente per il sapiente e paziente lavoro di pulitura di tutto il meccanismo.

(**) Pesce era il casellante-capostazione prima di Pieve e poi di Torre (fino alla soppressione della ferrovia nel 1926); geniale meccanico, aveva una piccola officina a Torre in via XXV Luglio, in una casa appena sotto la Chiesa; sapeva riparare e fabbricare tutto: dai motori elettrici alle stufe, ai capi di abbigliamento di uso personale come le scarpe; rimasto da sposare, si vedeva girare sempre col "camisoto da meccanico".

 

Era incaricato di oliare periodicamente l'orologio e di eseguire eventuali lavori di manutenzione e riparazione.