IL CRISTO IN PIETA'

 

La terracotta raffigurante il Cristo in pietà, "secolare testimonianza di fede e di arte: figura di sofferto, ma composto, abbandono alla morte cui soggiace il Figlio dell'Uomo, non ancora risorto nella gloria"(*), anticamente era esposta nell'atrio, sopra l'ingresso della chiesa. Fu spostata più volte ed infine collocata nell'interno, nella nicchia a destra di chi entra; attualmente è custodita presso la nuova chiesa parrocchiale.

La statua, in origine forse policroma, conosciuta anche come Ecce Homo o Redentore, in passato fu attribuita tout court a Luca Della Robbia. Oggi si può ragionevolmente pensare che essa sia opera di un maestro dell'ambiente padovano attorno al '500.

Vittorio Sgarbi non esclude che questa scultura, di raffinatissima fattura, si debba ad un momento precoce di Giorgio Lascaris detto il Pyrgotele e la data tra il 1470 e il 1480.

Altri la identificano con la statua del Redentore che si trovava, con altre quattro, a coronare la statua della B.V. Maria sull'altare maggiore veteris formoe. Equivocando sull'oggetto dell'iscrizione nell'atrio della chiesa (Hoc opus..), che invero si riferisce al solo affresco del Cristo Pantocratore e non all'intero edificio sacro, stabiliscono il 1493 come termine post quem e datano la terracotta tra il 1520 e il 1530, denominandola Cristo sul sepolcro e attribuendola ad un plasticatore dell'ambiente padovano di Antonio Lombardo, forse Gianmaria Mosca.

 

 

(*) La descrizione appartiene al compianto Graziano Meneghello.